SCIASCIA E IL CASO MAJORANA


Quando uscì a puntate sulla Stampa (1975), La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia suscitò un vivace dibattito, dai toni anche polemici, che coinvolse rappresentanti della cultura scientifica e umanistica italiani: Ettore Majorana vide davvero – come sostiene nel suo pamphlet il detective di Racalmuto – "la violenza distruttrice" dell'energia atomica? Spulciando negli archivi e tra i documenti custoditi nelle biblioteche di Roma, Bari e Palermo, Luigi Bramato ricostruisce il giallo di Sciascia attraverso le memorie del suo autore e alla luce delle testimonianze di C. Ambroise, A. Zichichi, E. Recami, L. Segrè, M. Sorgi, G. Mughini, C. Magris, P. Squillacioti, S. Gambino"La scienza – ha scritto Claudio Magris – non può ammettere che si ponga in dubbio il senso della sua attività e delle sue scoperte. Se ad avanzare queste domande eretiche è una persona qualsiasi, magari un grande scrittore ma digiuno di scienza, lo si ignora; ma se a dubitare del cammino della scienza è un grandissimo scienziato, non lo si può compatire né ignorare. Tuttavia, occorre neutralizzarlo e allora si dice che è un po’, o tutto, matto oppure che è affetto da crisi mistiche e religiose, il che secondo la mentalità di alcuni gretti scientisti è la stessa cosa".


(pp. 86, euro 10)